LA CATARATTA
Il cristallino è una lente trasparente posta tra l’iride ed il vitreo e unita al corpo ciliare dalle fibrille della zonula. È costituito da fibre, che sono cellule di forma allungata che hanno perso il nucleo, racchiuse in una capsula.
Ha la funzione di far convergere i raggi luminosi sulla retina.
L’opacizzazione del cristallino è frequente nei soggetti anziani ed è la principale causa di cecità. Questa opacizzazione avviene progressivamente e va aumentando con gli anni, nei casi estremi il cristallino è completamente opaco, per cui si apprezza la sua colorazione biancastra dietro la pupilla.
I sintomi della cataratta sono:
- Sensibilità alla luce;
- Vista offuscata o confusa;
- Difficoltà con la vista notturna;
- Visione doppia in un occhio;
- Perdita della vista a distanza;
- Perdita di percezione della profondità;
- Frequenti cambiamenti nella prescrizione di occhiali o lenti a contatto;
- Tendenza a vedere un alone o un bagliore.
La causa dell’insorgere delle cataratte non è ancora chiara, tuttavia sembra esserci un legame tra le alterazioni chimiche del cristallino e l’avanzare dell’età. Tra le loro normali funzioni, le cellule del corpo, comprese quelle dell’occhio, producono i radicali liberi, che con il passare del tempo, possono danneggiare i tessuti e gli organi ed essere correlati ad alcune malattie dell’invecchiamento come le cataratte.
Il risultato di uno Studio condotto nel 2008 ha mostrato che il consumo di cibi ricchi di antiossidanti può ridurre la possibilità di sviluppare cataratta del 18%. Gli antiossidanti possono aiutare, infatti, ad assorbire le luci UV nocive e fermare le proteine delle fibre danneggiate dall’aggregazione e dalla formazione di cataratta. Inoltre, la vitamina E ed il beta-carotene possono anche aiutare a curare la cataratta.
Si è anche evidenziato che alti livelli glicemici dopo il pasto determinano una riduzione degli antiossidanti, presenti nel siero, (tra cui tocoferolo, luteina e vitamina C) che contribuiscono a ridurre l’insorgenza della cataratta nucleare. Quindi risulta utile una dieta con basso apporto glicemico per far agire con tranquillità agli agenti antiossidanti.
Si è dimostrato che un elevato apporto di carboidrati può indurre una rapida risposta glicemica dopo il pasto. Va sottolineato quanto prolungate esposizioni delle proteine a concentrazioni elevate di glucosio potrebbero causare le attivazioni di vie enzimatiche che provocherebbero un aumento osmotico e un elevato stress ossidativo nel cristallino, quindi a conseguente opacizzazione. Inoltre, un maggior carico glicemico è collegato ad una più alta concentrazione nel plasma di proteina C reattiva, dei markers infiammatori, che possono giocare un ruolo fondamentale nella patogenesi della cataratta.
Assumere luteina nella giusta quantità può ridurre del 60% l’insorgenza della cataratta nell’età adulta. A dirlo è uno studio del gruppo Beaver Dam che non fa che confermare l’importanza della luteina. Ricordiamo che la luteina è presente negli spinaci, cavoli, lattuga, broccoli, peperoni, kiwi, albicocche, per citarne solo alcuni.
Ma a prevenire questa patologia aiutano anche altri fattori nutrizionali, come la vitamina C che è presente nel cristallino, quindi è fondamentale consumare alimenti che la contengono, come agrumi, pomodori e kiwi. La Vitamina E (cereali interi, legumi in genere, verdure a foglia verde) riduce il rischio di cataratta del 42%
Lo studio Lens Opacities Case-Control ha provato una diminuzione del 55% delle opacità corticali e del 40% di quelle miste in chi assumeva vitamina A (il latte, le uova e il fegato).
Nel Nurses’ Health Study è stata studiata per 8 anni: l’assunzione con la dieta di carotenoidi totali è stata associata con un 27% di riduzione del rischio di cataratta.
Numerosi Studi si sono concentrati sulle possibili interdipendenze tra una dieta ricca di carboidrati e l’insorgenza della cataratta correlata all’età. Anche la correlazione tra indice glicemico e rischio d’insorgenza di cataratta trova ampia conferma scientifica: maggiore è il livello plasmatico di glicemia, tanto superiore è il rischio di intercorrere nella malattia. Un’associazione tra nutrizione ricca di carboidrati e opacità della lente è biologicamente plausibile.
LETTURE CONSIGLIATE
- Buratto L.: L’occhio, le sue malattie e le sue cure. Sprinter, 2010.
- Frezzotti R., Guerra R.: Oftalmologia essenziale. CEA Editore, 2006.
- Linea Guida per una sana alimentazione italiana: Istituto Nazionale della Nutrizione, 1988.
ICONOGRAFIA
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