I componenti alimentari importanti per la vista “OCCHIO E ALIMENTAZIONE” (4/18)

LE VITAMINE

La vitamina A

La vitamina A è un micronutriente essenziale che fa parte delle vitamine liposolubili. L’attività biologica della vitamina A si riferisce, in realtà, a diversi composti, conosciuti con il termine di retinoidi.       
Negli alimenti d’origine vegetale sono presenti alcuni carotenoidi con attività pro-vitaminica che possono essere assorbiti e poi convertiti in vitamina A. Le principali forme attive della vitamina A sono il retinolo, il retinale e l’acido retinoico.

Quelli che più comunemente si introducono con il consumo di frutta e verdura sono beta-carotene, alfa-carotene e beta-criptoxantina.Tra questi il composto più diffuso e con la maggiore attività pro-vitaminica è il beta-carotene. Nei supplementi vitaminici le molecole più utilizzate sono il retinil-acetato, il retinil-palmitato e il retinolo.      

La vitamina A è di essenziale importanza per la visione, l’embriogenesi, la crescita, il normale sviluppo del sistema immunitario e il differenziamento cellulare. Inoltre, sembra svolgere un ruolo nella modulazione dell’apoptosi cellulare, che indica una forma di morte cellulare programmata.  
Un altro importante ruolo della vitamina A è nella risposta immunitaria. Stati di carenza di vitamina A sembrano, infatti, causare una riduzione nella resistenza dell’organismo alle infezioni. Inoltre, Studi recenti dimostrano che la vitamina A è in grado di ridurre la produzione di sostanze pro-infiammatorie.

Il primo segno clinico della carenza di vitamina A è un deficit visivo in ambienti scarsamente illuminati (cecità notturna). I soggetti più a rischio di carenze vitaminiche sono i neonati: l’apporto di la vitamina A dipende da quello della madre durante la gravidanza e l’allattamento.

La carenza di vitamina A sembra possa avere effetto sullo stato del ferro, mentre integrazioni di vitamina sono state descritte come efficaci nell’indurre un miglioramento delle concentrazioni di emoglobina.

In gravidanza è la teratogenicità, ovvero le mutazioni embrionali, la conseguenza più nota dell’ipervitaminosi A, ad essa si aggiungono epatotossicità, effetti sul metabolismo osseo e quelli sul metabolismo lipidico. Sebbene si possano verificare anche per ingestioni acute, i sintomi da ipervitaminosi A sono descritti più frequentemente per ingestioni, protratte nel tempo, di dosi non elevate, ma comunque superiori alle capacità di deposito del fegato. I danni epatici rappresentano la prima conseguenza cronica, con epatomegalia (ovvero un aumento del volume del fegato), insufficienza epatica, ascite, ittero e lesioni dermatologiche.

L’alimento naturalmente più ricco in vitamina A è il fegato sia degli animali terrestri che marini. Il contenuto di vitamina A risulta pari a 18.000 microgrammi /100 g nell’olio di fegato di merluzzo e varia da 11.000 a 36.600 microgrammi /100 g nel fegato di diverse specie animali terrestri. Un discreto contenuto di vitamina A è presente anche nelle uova e nel pesce, anche se molto variabile. Quantitativi elevati di vitamina A sono presenti sotto forma di beta-carotene nei prodotti vegetali ad alto contenuto di clorofilla, in particolare nella frutta e nella verdura di colore giallo-arancione. Il latte e i suoi derivati contengono sia vitamina A che beta-carotene, in proporzioni variabili a seconda della specie e dei trattamenti tecnologici.    

Il livello medio di assunzione di vitamina A da alimenti e supplementi risulta essere pari a 838 microgrammi /die. Quindi la fonte principale di vitamina A è rappresentata dai gruppi “Verdura e ortaggi” e “Frutta”, con un contributo totale di circa il 55%. Un ulteriore 19% deriva dal gruppo “Latte e derivati” mentre i gruppi “Carne e derivati” e “Uova” forniscono rispettivamente il 10% e il 16%.

Circa il 10%-20% della vitamina A ingerita non viene assorbita ed è eliminata nelle feci. Il 20%-60% della frazione assorbita viene degradato in diversi metaboliti partendo dall’acido retinoico. Essi sono in seguito eliminati in quantità equivalenti nelle feci e nelle urine. L’emivita della vitamina A è di circa 4-5 mesi.

LETTURE CONSIGLIATE

  1. Buratto L.: L’occhio, le sue malattie e le sue cure. Sprinter, 2010.
  2. Frezzotti R., Guerra R.: Oftalmologia essenziale. CEA Editore, 2006.
  3. Linea Guida per una sana alimentazione italiana: Istituto Nazionale della Nutrizione, 1988.

ICONOGRAFIA

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