UV E LAVORO (4/4) OFTALMOPATIE PROFESSIONALI-CATEGORIE PROFESSIONALI ESPOSTE

Danni, durante l’attività lavorativa, possono essere provocati da traumi, radiazioni, polveri e fumi di varia natura e radiazioni ionizzanti. Molte di queste evenienze sono sia di tipo infortunistico che di tipo professionale.

Professioni inerenti l’allevamento del bestiame

È necessario che gli operatori addetti al bestiame siano esenti da malattie del segmento anteriore specie malattie croniche congiuntivali. Possono manifestarsi reazioni allergiche per utilizzo di medicamenti, come anticoccidinici o fenoftaleina, oppure per contatto con piume di pollo, piccione, anatre o per peli di bue, pecore e capre.

Professioni inerenti i lavori della terra e boschi

Comprendono coloro che svolgono attività di potatura, semina, taglio. Sono addetti alla manutenzione dei boschi, all’accatastamento della legna abbattuta, alla carbonizzazione e alla raccolta in generale. Pertanto, sono persone che fanno utilizzo dei cosiddetti fitofarmaci, antiparassitari meglio noti come pesticidi ampiamente utilizzati in agricoltura come insetticidi, fungicidi ed erbicidi.

I fitofarmaci vengono irrorate sottoforma di aerosol a cui si addizionano dei leganti che ne impediscono o ritardano la diluizione da pioggia. Pertanto, diventano un potenziale pericolo anche per le persone che lavorano o passeggiano in campagna.

Questi presentano come effetti immediati da contatto, iperemia congiuntivale, disturbi dell’accomodazione, miosi e visione sfuocata. Nelle intossicazioni più gravi si può avere convulsioni, perdita della coscienza fino al coma. L’esposizione cronica, in professionisti del settore, provoca lacrimazione, fotofobia, bruciore, sensazione di dolenzia. La riduzione visiva risulta costante, il senso luminoso è alterato e la capacità di adattamento al buio ridotta. Il nervo ottico mostra una sofferenza dimostrabile con restringimento concentrico del campo visivo. L’antidoto di scelta, nelle intossicazioni acute, è l’atropina per via endovenosa o intramuscolare. La cute va decontaminata o con candeggina, per uso domestico diluita 1:10, o con acqua e sapone.

Misure preventive sono l’uso di guanti, maschere, tute impermeabili, l’utilizzo di contenitori ermetici per conservarli in ambienti chiusi e lontani da i non addetti.

Nel caso di falciatore, un mietitore, un potatore o un trebbiatore si è riscontrata la cosiddetta dacriocistite.

Tale patologia è un’infiammazione purulenta del sacco lacrimale e del tessuto adiposo che lo circonda. L’eziopatogenesi è determinata da molti fattori: rischio professionale, forti oscillazioni della temperatura ambiente, occlusione nasolacrimale (rinite), diminuzione dell’immunità, virulenza della microflora, diabete, ecc Tuttavia, molti Autori ritengono che la causa principale della dacriocistite sia la presenza di processi patologici nella cavità nasale e dei seni paranasali.

I sintomi sono caratterizzati da rossore della pelle e il gonfiore denso e dolore  nella regione dell’angolo interno della cavità oculare e sul lato corrispondente del naso o della guancia. Le palpebre si gonfiano, la rima palpebrale appare ristretta o completamente chiusa.

La terapia prevede l’utilizzo di antibiotici, sulfonamidi, analgesici e farmaci antipiretici. Nei casi più complicati si ricorre ad intervento chirurgico di dacriocistorinostomia.

Con la dacriocistite può verificarsi anche un cheratoipopion che è una particolare forma di infiammazione profonda corneale che evolve in forma suppurativa e necrotizzante fino ad arrivare alla formazione di pus in camera anteriore e successivamente perforazione necrotica della cornea. Ciò accade in seguito a traumatismo corneale provocata da frasche o rami di cespugli o ai mietitori  per il contatto con le spighe di grano.

Inoltre, le infezioni oculari possono essere anche secondarie a cambiamenti stagionali (congiuntivite primaverile), del tempo e della temperatura (oftalmometeopatie), la presenza di polveri più varie o altro materiale altamente infetto come i concimi naturali.

Professioni inerenti il settore tessile

Questa categoria è maggiormente esposta a patologia a carico del segmento anteriore oculare dal momento che vengono a contatto con agenti patogeni di tipo batteri, miceti o virus, manipolando materie prime come cotone (bissinosi), lana o altre polveri vegetali.

Le sostanze chimiche sono presenti in tutte le lavorazioni: per la tintura (glicoli), per la tintura ed  il lavaggio (chetoni), per antipiega (formaldeide) e per le smacchiature (solventi). Inoltre:

  • Per filatori, maglieristi e tessitori probabili congiuntivi avvengono per utilizzo di macchine automatiche che portano alla creazione di un microclima carico di polvere;
  • Per i sarti e gli ornatori possono avere manifestazioni in rapporto all’uso di stoffe tinte;
  • Per pellicciai, guanai o cardatori di lana si può manifestare una congiuntive di tipo cronica per esposizione a materie prime di natura animale.

Professioni inerenti le industrie chimiche

Le lesioni chimiche dell’occhio possono determinare un danno esteso alle strutture della superficie oculare.

L’ischemia tissutale, la necrosi cellulare e la denaturazione delle proteine (specialmente del collagene) provocano una reazione infiammatoria che potrebbe esitare in un’alterazione dell’integrità oculare con deficit uni- o bilaterale della visione.

Gli acidi deboli tendono a rimanere confinati alla superficie oculare determinando la precipitazione delle proteine dell’epitelio, perdendo rapidamente la loro forza di penetrazione e formando una barriera parziale che impedisce all’acido residuo di penetrare più in profondità. Gli acidi forti, al pari degli alcali, possono penetrare assai velocemente nell’occhio determinando lesioni più severe.

Gli alcali saponificano le membrane cellulari, denaturano il collagene, penetrano profondamente e rapidamente nell’occhio danneggiando la superficie oculare ed il segmento anteriore.

Professioni inerenti alla lavorazione del cuoio

La patologia dei collanti, che si manifesta nei calzaturieri e nei pellettieri, è attribuita a sostanze presenti nelle pelli o nei mastici adoperati per l’incollaggio delle pelli stesse.

Il contatto accidentale con collanti liquidi provoca lo scioglimento dei lipidi presenti nel film lacrimale, provocando alterazioni corneali proporzionali al tipo e alla concentrazione  e soprattutto al tempo di contatto del solvente. Si può evidenziare alterazione dell’epitelio corneale, instabilità del film lacrimale, iperemia congiuntivale fino d uveite anteriore. Nei casi più gravi si riscontra un cambiamento della microcircolazione linfatica e dei vasi  sanguigni congiuntivali in soggetti che già presentano ipotermia settoriale, lieve asimmetria ed amputazione termica delle dita dei piedi eseguendo un esame termografico. Inoltre, si può evidenziare una caratteristica sintomatologia da scotoma centrale con la sensazione di vedere attraverso un velo con micropsia (alterazione della percezione visiva in cui gli oggetti appaiono più piccoli di quanto non siano) e miodesopsie (fenomeni degenerativi del corpo vitreo). A carico del fondo oculare si manifesta un edema maculare dovuto all’irregolarità del microcircolo.

Professioni inerenti i lavori edili

Si hanno congiuntiviti, in quanto si viene a contatto con elementi irritanti, come cemento o polveri di calce, con continue riacutizzazioni. Come infortuni sono frequenti le ustiocausticazioni da calce e cemento specie nei lavori di zaffamento delle pareti.

Per i lavori dell’asfalto sono possibili localizzazioni neoplastiche delle palpebre.

Professioni inerenti i lavori del legno

Nella fase della segagione e della lavorazione del legno, sono più facili l’insorgenza di infortuni professionali a livello oculare, come possibili abrasioni corneali o presenza di corpi estranei corneali.

Nella fase di verniciatura si viene a contatto con sostanze chimiche che possono determinare patologie oculari croniche, quali blefarocongiuntivite croniche (infiammazione del bordo libero della congiuntiva).

L’insorgenza di problematiche neoplastiche, quali l’adenocarcinoma dell’etmoide, è legata ad una esposizione ad aerosol contenenti polveri di legni duri per un tempo superiore ai 15 anni.

L’adenocarcinoma dell’etmoide interessa per l’80% ebanisti e lavoratori di legno e non evidenzia segni oculo-orbitari se non tardivamente, ma si manifesta con rinorrea, epistassi e rare cefalee.

Professioni inerenti i lavori di minerali

In genere, i lavoratori addetti presentano manifestazioni corneo-congiunivali per esposizione ad ambienti con polveri irritanti come quarzo, marmo, travertino, porfido, sabbie silicee ecc.

Per i crivellatori ed i perforatori, sono possibili e frequenti i corpi estranei corneali con le conseguenti coniosi ed anche gravi contusioni e ferite perforanti del bulbo.

Per i fornaciai, impegnati per lungo tempo ad esposizione a raggi infrarossi, si potrebbe sviluppare una cataratta.

L’esposizione a polveri di silice nelle cave, può provocare, oltre pneumoconiosi silicotica, gravi congiuntiviti con fibrosi cicatriziali con ectropion o entropion e lesioni corneali irreversibili.

Riguardo la trattazione sulle lenti oftalmiche si ringrazia la Sig.ra Rita Gabriela Di Carlo, ottico e titolare dell’ottica “L’ottico Ria’m” per i preziosi consigli.

Letture consigliate

  1. Le nuove tecniche di saldatura e rischi per la salute. La Vecchia G, Maestrelli P. G Ital Med Lav Erg 2011;33:3, 252-256
  2. SORVEGLIANZA SANITARIA E SALDATORI. Raffaele G, Campagna G, Casini A, Ferlisi S, Gismondi M. G Ital Med Lav Erg 2011;33:3, Suppl 2
  3. Viscochirugia. Rischi all’esposizione UV patologie, prevenzione, protezione. Buratto L., Montani G., Martino M. Anno XXXIII: Supplemento N. 1. 2018.
  4.  Ergoftalmologia/Traumatologia. Tossicologia degli occhi negli ambienti di vita e lavoro. De’ Gennaro G. Medical Books 1989; 2:67-96

ICONOGRAFIA

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